Attività di laboratorio giuridico interdisciplinare concernente il riconoscimento di decisioni giudiziarie, circolazione dei titoli esecutivi ed atti processuali civili nello spazio giudiziario europeo
(18 ore di attività in corso nel II semestre dell'a.a. 2012/2013, per il conseguente riconoscimento agli studenti partecipanti di 3 CFU, quali attività formative di cui all'art. 10, lettera a, d.m. 270 del 2004).
cattedre di
diritto processuale europeo ed internazionale e di diritto dell'esecuzione civile
a.a. 2012/2013
Nell'ambito della realizzazione progressiva di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia europeo, così come attualmente disciplinato dal titolo V del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea (artt. 67 ss. TFUE), si evidenzia il principio di riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie ed extragiudiziali in materia civile. Per l'attuazione del menzionato principio, già presente nei Trattati precedenti, si sono rese necessarie disposizioni che hanno consentito di unificare le norme sui conflitti di competenza in materia civile e commerciale e di semplificare le corrispondenti formalità affinché le decisioni emesse dagli Stati membri possano essere riconosciute ed eseguite in modo rapido e semplice all'interno degli Stati dell'Unione. Ciò si è reso possibile a livello europeo, dapprima superando alcune previsioni presenti in precedenti convenzioni, mediante l'emanazione del Regolamento CE 44/2001 del 22 dicembre 2000 concernente la "competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale" e, successivamente, attraverso il riconoscimento omogeneo del titolo esecutivo nello spazio europeo espressamente disciplinato dal regolamento CE n. 805 del 2004. In tale contesto, deve, inoltre, necessariamente segnalarsi il Regolamento CE n. 1348 del 2001, concernente la disciplina della "notificazione e comunicazione, tra paesi dell'Unione Europea, degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale", poi opportunamente modificato dal Regolamento CE n. 1393 del 2007.
La richiamata disciplina comunitaria del 2001 ha sancito il principio del riconoscimento di pieno diritto delle decisioni emesse in un altro Stato membro senza esperire alcun procedimento ( cd. procedura di exequatur), salva la sussistenza di contestazioni. Alcuni profili evidenziati dalla prassi applicativa ed esigenze di estensione agli Stati terzi del riconoscimento delle decisioni in ambito Ue hanno comportato l'elaborazione di una proposta di modifica del predetto regolamento.
Il regolamento n. 805 del 2004 ha inteso consentire la libera circolazione delle decisioni giudiziarie, delle transazioni giudiziarie e degli atti pubblici in tutti gli stati membri, senza la necessità, nello stato di esecuzione, di procedimenti intermedi per il loro riconoscimento e l'esecuzione.
Infine e sempre nell'ottica di perseguire il fondamentale obiettivo di migliorare ed accelerare la trasmissione degli atti giudiziali ed extragiudiziali, il Regolamento CE n. 1348 del 2001 ha introdotto una normativa comune ed omogenea di notificazione degli atti civili o commerciali tra gli Stati membri.
Il progetto è stato sviluppato secondo le seguenti tappe programmate:
1) Una fondamentale parte teorica, da svolgersi mediante la necessaria partecipazione a seminari in aula sui seguenti temi:
- gli ambiti applicativi del Regolamento CE 44/2001 del 22 dicembre 2000; il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie emesse in un altro Stato membro dell'Unione;
- le linee innovative della disciplina così come risultante dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 7 settembre 2010 sull'attuazione e la revisione del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio;
- il regolamento CE n. 805 del 2004 e la disciplina del cosiddetto titolo esecutivo europeo
- La notificazione degli atti civili all'estero: la disciplina codicistica, il regolamento consolare, le convezioni internazionali ed il regolamento comunitario europeo.
2) Lo sviluppo di una vera e propria attività di laboratorio, avente ad oggetto l'analisi specifica di alcuni casi giurisprudenziali ed il conseguente confronto con i docenti sui temi in essi trattati.
3) La redazione di una relazione scritta sull'attività posta in essere nel corso del laboratorio giuridico ed il necessario superamento di una prova finale.
Salerno - Fisciano Prof. Carlo Mancuso Prof. Francesco Buonomenna