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PRIN

PRIN 2017 (2020-2024)

PRIN: RESEARCH PROJECTS OF NATIONAL RELEVANCE - Call 2017 (Funded by the Italian Ministry of Education, University and Research)

  • International Migrations, State, Sovereignty and Human Rights: open legal issues

STATE OF ART
Managing international migration flows directed towards the European continent continues to represent a very critical factor for individual States and the European Union (EU) as well. Notwithstanding the fact that some time has elapsed since its spread, this phenomenon is still managed according to the initial “emergency” approach: suffice it to mention the rescue operations at sea, or the reception systems set up by the coastal Member States which are most affected by these flows (primarily Italy) in the absence of an effective EU common policy. All this, despite the fact that the Lisbon Treaty provides for the framing of “common” policies in the fields of immigration and asylum, necessary to the construction of an area of freedom, security and justice in which Member States share “common values” (Article 2 TEU). The most recent “measures” adopted by the EU (in which “hard” and “soft” legal instruments are combined) and, as a consequence, by Member States, originate from the political commitments adopted in the European Agenda on Migration (May 2015). They are mainly based on a mere security logic and do not set up suitable criteria to determine the sustainable quotas for individual Member States, which, however, show a certain opposition to an effective “solidarity” management.

GENERAL OBJECTIVE
The subject needs in-depth investigations with respect to new complex legal problems, which are likely to have repercussions on the politico-institutional debate at European, domestic and international levels. In particular, it is necessary to take into account the most recent developments of immigration policies - characterized by a “multilevel” governance involving a plurality of “actors” at national, European and international levels - which aim to prevent the entry of migrants and applicants for international protection in the territory of EU States - or within their jurisdiction - through cooperation with the countries of origin or transit. In this respect, the relations with Turkey and Libya, sealed respectively by a “Statement” (March 2016) and a “Memorandum of Understanding” (February 2017) are emblematic. This approach raises legal issues relating to the qualification of the instruments employed and their compatibility with the system of protection of migrants’ rights (first of all with the principle of non-refoulement). But it is also necessary to consider legal immigration, which is currently characterized by profound differences between Member States, which have led to a sectorialized framework within the EU, which is the object of a “reform package” proposed by the Commission in 2016. These are aspects that tend to affect some “classical” institutions that also need to be analysed in their evolutionary aspects: suffice it to mention the classical concepts of citizenship and sovereignty, questioned by migratory flows which act as external factors modifying the national composition, or the effects on the social, political and economic dimensions of those States that are targeted by migration flows, and on the political structure of international relations at global and regional levels, which affect several legal norms, institutions, practices and judicial interpretations. 

Through an interdisciplinary approach, each Research Unit will address a specific area of investigation, each representing strictly interconnected “open issues” concerning the migratory phenomenon. By analysing the “circularity” of the relationship between international migrations, State, sovereignty and human rights, this research project aims to verify the extent to which international “instances” aimed at protecting the fundamental rights of migrants and applicants for international protection (among which some categories of particularly “vulnerable” subjects, such as foreign minors, stand out) tend to affect the classic concepts of “state”, “sovereignty” and “jurisdiction” of the state. Moreover, it is meant to verify the transformations that take place within national and International-European legal orders, in consideration of the requirements of “integration”, on the one hand, and of “security”, on the other, as well as in light of the comparison and sometimes the “importation” of legal institutions which are the expression of different legal cultures (like, for example, the khafala).




PRIN: PROGETTI DI RICERCA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE – Bando 2017 (Finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca)

  • Migrazioni internazionali, Stato, sovranità, diritti umani: questioni giuridiche aperte

STATO DELL'ARTE
La gestione dei flussi migratori internazionali, diretti verso il continente europeo, continua a rappresentare un fattore di forte criticità per gli Stati uti singuli e per l’Unione europea (UE). Nonostante il tempo trascorso dalla diffusione del fenomeno in parola, lo stesso continua a essere gestito seguendo l’originario approccio “emergenziale”: si pensi alle attività di soccorso in mare, o ai sistemi di accoglienza predisposti dagli Stati membri rivieraschi maggiormente interessati a quei flussi (in primis l’Italia) in mancanza di una effettiva politica comune dell’UE in materia. E ciò ancorché il Trattato di Lisbona preveda la costruzione di politiche “comuni” nei settori dell’immigrazione e asilo, strumentali alla costruzione di uno Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, in cui gli Stati membri condividono “valori comuni” (art. 2 TUE). Le più recenti “misure” (in cui si combinano strumenti giuridici di tipo “hard” e “soft”) adottate dall’UE e, di riflesso, dagli Stati membri traggono origine dagli impegni politici adottati nell’Agenda europea sulla migrazione (maggio 2015) e risultano prevalentemente improntate a una logica di mera sicurezza, senza predisporre criteri idonei a determinare le quote sostenibili da parte dei singoli Stati membri che, invero, mostrano una certa opposizione rispetto a una gestione effettivamente “solidaristica”.

OBIETTIVO GENERALE
Gli studi in materia necessitano di approfondimenti rispetto a nuovi complessi problemi giuridici, suscettibili di ricadute sul dibattito politico-istituzionale a livello europeo, interno e internazionale. In particolare, vanno presi in considerazione gli sviluppi più recenti delle politiche di immigrazione caratterizzate da una governance “multilivello” che vede coinvolta una pluralità di “attori” sul piano nazionale, europeo e internazionale, finalizzata a prevenire l’ingresso stesso di migranti e di richiedenti protezione internazionale nel territorio – o comunque nel raggio della giurisdizione – degli Stati dell’UE, attraverso la cooperazione con gli Stati di origine o di transito. Emblematici, in tal senso, sono i rapporti intessuti con la Turchia e con la Libia, suggellati rispettivamente attraverso uno “Statement” (marzo 2016) ed un “Memorandum of Understanding” (febbraio 2017): si tratta di un approccio che apre a questioni inerenti alla qualificazione degli strumenti giuridici utilizzati e alla loro compatibilità con il sistema di tutela dei diritti dei migranti (in primis il principio di non-refoulement). Ma è necessario guardare anche al trattamento dell’immigrazione legale, attualmente connotata da profonde difformità tra Stati membri tradottesi nell’adozione di un quadro settoriale nell’UE, oggetto di un “pacchetto di misure” riformatrici proposte dalla Commissione nel 2016. Si tratta, peraltro, di profili che tendono ad incidere su alcuni istituti “classici” che pure necessitano di essere analizzati nei loro aspetti evolutivi: si pensi alle nozioni classiche di cittadinanza e di sovranità, messe in discussione dai flussi migratori, quale fattore ab extra che modifica la compagine nazionale; alle ripercussioni sulla sfera sociale, politica e economica degli Stati meta dei movimenti di migranti e sull’assetto politico delle relazioni internazionali sia globali che regionali che incidono su numerose norme, istituti, prassi e interpretazioni giuridiche.

Attraverso un approccio interdisciplinare, le singole Unità di ricerca affronteranno ognuna uno specifico ambito di indagine, rappresentanti “questioni aperte” legate al fenomeno migratorio, tutte strettamente connesse le une alle altre. Nell’analizzare la “circolarità” dei rapporti tra migrazioni internazionali, Stato, sovranità e diritti umani, la ricerca mirerà a verificare quanto le “istanze” internazionali volte alla protezione dei diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti protezione internazionale (tra cui spiccano alcune categorie particolarmente “vulnerabili”, come quella dei minori stranieri) tendono ad incidere sull’eventuale mutamento dei classici concetti di “Stato”, “sovranità”, “giurisdizione” statale. Altresì si intendono verificare le trasformazioni interne all’ordinamento statale e internazionale-europeo in considerazione delle istanze, da una parte, di “integrazione” e dall’altra di “sicurezza” come pure in ragione del confronto e talora dell’“importazione” di istituti giuridici espressione di differenti culture giuridiche (v. ad esempio la khafala).